Sensazioni…

di lilith587

Era una sensazione strana, una sensazione di vuoto interiore, di sospensione, uno stato inerme e precario, ma maledettamente pesante. Questo era ciò che lui sentiva, una sensazione che non provava da tempo; in quel pomeriggio strano, grigio, un pomeriggio diverso dagli altri, statico e immerso nell’apatia. Quella sensazione di essere incompleti, di cadere irrimediabilmente nell’oblio, di perdere qualcosa e di non poterla mai riavere, o forse di perdere qualcuno, e non avere mai più la possibilità di ritrovarlo, neanche se un giorno, per caso, potessi incontrarlo sull’autobus, o alle poste, o al supermercato. Mai. Disteso sul letto, pensava a queste strane sensazioni, senza capirne il motivo, nè l’origine, ma provando tuttavia un senso di smarrimento, quasi di angoscia. Sensazioni rivelatorie, che quasi mai sbagliano.
Lei camminava per la città. Era felice, lei. Nello stesso, identico pomeriggio strano, grigio, un pomeriggio diverso dagli altri. Eppure le sembrava così uguale. Camminava, e pensava a lui, cosa potesse stare facendo o pensando. Ma era ben lontana dalla realtà. Sia dalla sua, che da quella che stava vivendo lei. Camminava, soprappensiero, per le vie della città, i fari  delle auto illuminavano l’asfalto, grigio, vuoto. I fari illuminavano l’asfalto, e la sua mente volava, volava…Non si accorgeva dei fari. quei fari così vicini, poteva sentirli addosso. Correvano sull’asfalto, e li sentiva così vicini…Si fermarono. Non correvano più. Neanche la sua mente correva più, ormai. Si era fermata, assieme a tutto il resto, sull’asfalto. La mente, lei, i fari, quel pomeriggio grigio, strano, tutto era fermo sull’asfalto. Un pomeriggio diverso dagli altri. Lei sentiva voci lontane, voci umane ed eteree, voci umane e angeliche. Sentiva voci soavi con un’eco lontana, e anche le voci erano lontane. Lontane, sempre più lontane…Le voci si spensero. Il cielo si rabbuiò. Lui, nella sua stanza, steso sul letto, sentiva le sue sensazioni portarlo nell’oblio…
Sensazioni che quasi mai sbagliano.